Omaggio a Cini Boeri

Cini Boeri (Maria Cristina Mariani Dameno, detta Cini, dal diminutivo dialettale “picinin”, piccolina, con cui veniva chiamata dai familiari),  è laureata al Politecnico di Milano nel 1951, dopo un breve stage nello studio di Giò Ponti, inizia una lunga collaborazione con Marco Zanuso fino al 1963, quando intraprende la propria attività professionale autonoma occupandosi di architettura civile e disegno industriale. 

Per alcuni anni è stata docente di progettazione architettonica e disegno industriale al Politecnico, nonché membro del consiglio d’amministrazione della Sedicesima Triennale di Milano (1981) e e Socio Onorario ADI. Sposata con il neurologo Renato Boeri (da cui si è poi separata nel 1965) ha avuto tre figli, tutti molto noti nelle relative professioni: Sandro Boeri (giornalista), Stefano Boeri (archistar, ex assessore alla cultura del Comune di Milano e Presidente della Triennale di Milano) e Tito Boeri (economista).

Considerata incarnazione dei valori della borghesia milanese – dedizione alla professione, passione per il lavoro e pragmatismo che nel 2019 le sono valsi anche l’Ambrogino d’Oro – Cini Boeri è stata anche una protagonista di spicco della democrazia, attivamente partecipe alla vita culturale e politica del nostro Paese sin dai tempi in cui partecipò alla liberazione d’Italia come staffetta partigiana.

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Cini Boeri – sulla poltrona Ghost disegnata da lei

Il pensiero e lo stile di Cini Boeri

La sua cifra stilistica, ereditata anche dalla collaborazione con Giò Ponti, è stata l’essenzialità delle forme e il fatto di privilegiare la funzionalità del progetto rispetto alla sua estetica. Cini Boeri ha avuto una vita professionale straordinaria, oltre a oggetti di design divenuti famosissimi, ha progettato in Italia e all’estero case unifamiliari, appartamenti, allestimenti museali, uffici e negozi, dedicando grande attenzione allo studio della funzionalità dello spazio e ai rapporti psicologici tra l’uomo e l’ambiente. 

Fin dal 1980, nel suo libro Le dimensioni umane dell’abitazione, pubblicato da Franco Angeli, aveva scritto: 

Mi hanno sempre interessato le persone e i loro comportamenti. Sono una grande osservatrice, quando progetto mi piace entrare in sintonia con i committenti e comprendere le loro necessità e desideri per cercare di fornirgli la migliore soluzione possibile

Progetti e oggetti di design

Tra gli oggetti più noti che ha disegnato troviamo la serie Strips per Arflex, realizzata nel 1968 e ispirata al lavoro dell’artista Christo, per cui ha ottenuto il primo compasso d’oro nel 1979, la poltrona Bobo (1967), il divano Serpentone (1971), il tavolo Talete (1976) e la libreria girevole Double face (1980), tutti per Arflex; il tavolo Lunario e il divano Gradual (1970) per Knoll; il lampadario Feltro (1989) per Venini. Infine, la poltrona Ghost per Fiamm Italia (1987), ricavata da un’unica lastra di vetro, dello spessore di 12 millimetri, tagliata e curvata per generare la seduta, i braccioli e lo schienale, un oggetto prezioso, imparentato anche all’arte, quasi una scultura più che un oggetto di design. 

Famosi anche i progetti delle residenze che hanno fatto la storia dell’architettura e largamente ispirato anche il figlio Stefano Boeri: la Casa Bunker, la cosiddetta Casa Rotonda, del 1966-67, entrambe situate sull’isola della Maddalena, in località Punta Cannone, la Casa nel bosco, del 1969, a Osmate, Varese, la Villa su Tre Livelli, del 1992-93 sulle colline piacentine, e da ultimo la casa detta La Sbandata, del 2003-2004, sempre sull’isola della Maddalena, in località Stagno Storto, che ha progettato all’età di ottant’anni. 

Cini Boeri Studio – La Rotonda, Isola della Maddalena 1966-67

Residenza Rotonda (1966-67)

Credo che La Rotonda, architettura classica e modernissima insieme, possa essere ritenuta il suo capolavoro. Questa casa si unisce volumetricamente alla pendenza ripida del terreno quasi a costituire un punto fermo, in equilibrio tra i massi che sembrano invitare ad uno spazio circolare. Essa si svolge, con sviluppo anulare , attorno ad un pathio difeso dai venti dominanti, rotondo come in un teatro greco antico, quello spazio circolare che là fu destinato allo spettacolo e qui è il luogo della vita collettiva degli abitanti della casa.

Nella distribuzione si possono individuare due settori distinti: il primo costituito dall’alloggio del nucleo familiare con annessi i servizi generali, il secondo dalle camere per gli ospiti coi relativi servizi. Il volume sottostante questo piano abitato, parzialmente inserito nella roccia, contiene la cisterna per l’acqua. L’intonaco delle pareti esterne è mescolato con la pietra delle rocce macinata e ne ha quindi lo stesso colore cangiante, in modo da integrare perfettamente l’architettura con il territorio circostante e rispettarne i naturali colori e la conformazione.

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Progettare è una gioia, ma anche un impegno, è stato il titolo della conferenza da lei tenuta al MAXXI Museo nel 2012, all’età di 88 anni. 

La gioia è insita nell’atto del progettare nel proporre il nuovo e nel crearlo con responsabilità e passione. L’impegno corrisponde a un’etica morale e intellettuale, che dovrebbe sempre accompagnare il nostro lavoro, in tutti i suoi aspetti.

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